È un innovativo microscopio a doppio fascio, che combina un fascio elettronico a scansione (SEM) per ottenere immagini di alta risoluzione e un fascio ionico focalizzato (FIB) per scavare e quindi scolpire il campione, il tutto fino alla scala submicroscopica che arriva a decine di nanometri. Il Dual Beam del Centro per l'Integrazione della Strumentazione scientifica dell'Università di Pisa (CISUP) è stato inaugurato giovedì 14 settembre nella sede dell’INFN di Largo Bruno Pontecorvo, dove è ospitato.
Lo strumento (https://cisup.unipi.it/labs/zeiss-crossbeam-550-fib-sem/), che nella sua configurazione e flessibilità è tra i pochissimi in Italia, servirà per tre attività principali: l’analisi morfologica, strutturale e composizionale bi- e tridimensionale, fino alla scala nanometrica, di tutti i tipi di materiali, da naturali a sintetici, organici e inorganici (immagini di alta risoluzione, determinazione della composizione chimica, tomografia 3D di microvolumi); preparazione di campioni per prove meccaniche, lamelle ultrasottili (minori di 80 nanometri) perché siano trasparenti al fascio elettronico di microscopi elettronici a trasmissione per successive analisi mineralogiche e cristallografiche fino alla scala atomica, micropunte per tomografia isotopica 3D alla scala atomica e così via; nanofabbricazione di dispositivi tecnologici mediante litografia e/o deposizione di metalli.
“Il Dual Beam del CISUP – ha detto il prorettore per l’Organizzazione della ricerca dell’Università di Pisa, Alessandro Tredicucci - servirà per promuovere la ricerca e la formazione dell’Ateneo pisano nel campo dell’analisi dei materiali e della nanofabbricazione di dispositivi tecnologici, dando un rilevante contributo nel sostenere la capacità competitiva dell’Università, e, ci auguriamo, di tutto il sistema pisano, a livello nazionale e internazionale”.
“Questo strumento – ha aggiunto il direttore del CISUP, Simone Capaccioli– è un fiore all’occhiello del CISUP, e ben si inserisce, in una logica di filiera, nel patrimonio strumentale del Centro che vede già presenti piattaforme di microscopia elettronica e di nano e microfabbricazione. I laboratori di CISUP costituiscono una rete di Core Facillty aperta e fruibile da parte dell’Ateneo e dell’Ecosistema della Ricerca del territorio”.
Costato oltre un milione di euro, coperto da finanziamento Unipi-CISUP e cofinanziato da un apposito fondo per grandi attrezzature del Ministero dell’Università e Ricerca, e realizzato dall’azienda tedesca ZEISS, il Dual Beam potrà essere utilizzato dai ricercatori dell’Ateneo e affiliati, dai ricercatori di altri enti di ricerca, da amministrazioni pubbliche e da aziende private. I docenti Unipi potranno usarlo anche per le attività di formazione.
Lo strumento pisano è stato equipaggiato con un sistema di iniezione di gas detto GIS (Gas Injection System) e con un generatore di pattern litografici prodotto dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo. Il primo consente la deposizione controllata anche 3D, o dal fascio elettronico o da quello ionico, di metalli. Il secondo permette di programmare un progetto complesso (per esempio un circuito stampato) per nanodeposizione di metalli e nanolitografia e svolgerlo in automatico. A queste caratteristiche si aggiunge un sistema microanalitico di spettroscopia a dispersione di energia (EDS).
Il laboratorio è stato inaugurato con una piccola cerimonia, che è stata aperta dai saluti della prorettrice per la Promozione della ricerca, Benedetta Mennucci, del prorettore per l’Organizzazione della ricerca, Alessandro Tredicucci, e del direttore della sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Marco Grassi. Subito dopo sono intervenuti il direttore del CISUP, Simone Capaccioli, che si è soffermato su mission e attività del Centro, e il professor Francesco Forti con il tecnologo INFN, Maurizio Massa, a illustrare il laboratorio Alte Tecnologie dell'INFN.
I professori Luigi Folco, responsabile scientifico dello strumento, Giovanni Pennelli e Stefano Roddaro hanno quindi presentato il Dual Beam e le sue applicazioni, mentre i tecnologi Gabriele Paoli di Unipi e Andrea Tartari di INFN hanno guidato alla visita del laboratorio.
Arriva dal Marocco il primo studente laureato nel nuovo corso di laurea magistrale in “Technology and Production of paper and cardboard”, promosso dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa.
Ayoub Fakhri, 30 anni, già ingegnere biomedico, si è laureato con una tesi sui materiali a base cellulosica proposti per applicazioni nel settore dell’imballaggio, in particolare nell’imballaggio alimentare, tema di grande interesse per le cartiere a fronte delle recenti normative che mirano a ridurre l’impiego della plastica nel settore alimentare. La tesi “Cellulose based substrates for innovative coating: application, properties, and recycling strategies”, ha avuto come supervisora la professoressa Patricia Cinelli e come correlatori il professor Andrea Lazzeri (Planet Bioplastics) e il professor Markus Schmid dell’Università di Albstadt-Sigmaringen (Germania).
Ayoub Fakhri con il professor Frosolini.
Con una perfetta conoscenza sia della lingua italiana, sia della lingua inglese, oltre alle competenze specifiche acquisite nel biennio, Fakhri ha concluso il suo percorso di studi con un contratto a tempo indeterminato già ottenuto da un’importante azienda del settore mesi prima del conseguimento del titolo. “La mia scelta è caduta su questo corso nella speranza che portasse ad una concreta opportunità lavorativa – ha detto Fakhri – ed è esattamente quello che è successo. Anzi, ho iniziato a lavorare prima di terminare la tesi. Il punto di forza di questa laurea è senza dubbio la presenza di docenti aziendali che ti indirizzano già al mondo del lavoro ed è un valore inestimabile”.
Soddisfazione per il primo traguardo raggiunto anche da parte del presidente del corso, professor Marco Frosolini che si è congratulato con lo studente ed ha apprezzato l’argomento della tesi per la sua attualità e interesse.
Un momento della proclamazione.
“La tesi – ha spiegato la relatrice, professoressa Patrizia Cinelli - si è svolta su due laboratori (Università di Pisa, e Albstadt-Sigmaringen in Germania) con la collaborazione di due aziende (Graphic Packaging e Planet Bioplastics) affrontando temi di ricerca inquadrati su due progetti europei in corso, rispettivamente 'Recover', per l’attività relativa alla valorizzazione di sottoprodotti generati nel progetto (chitosano e chitina da insetti, a paragone con quella da crostacei), e 'Preserve' per lo sviluppo di coating sostenibili (base cellulosa, proteine) e le strategie per la rimozione del coating e riciclaggio del substrato cellulosico a fine vita”.
Il corso di laurea magistrale, riservato a laureati in ingegneria, si tiene nelle aule della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca in via San Micheletto, 3, è tenuto in lingua inglese e prevede lezioni tenute da docenti universitari e manager aziendali. Per le informazioni di dettaglio è possibile collegarsi alla pagina Facebook epc.masterdegree, al sito www.epc-masterdegree.it, oppure telefonare alla segreteria didattica di Lucca a Celsius (tel. 0583/469729).
(fonte: Ufficio Stampa Celsius Lucca)
Il corso di laurea triennale in Geologia che l’Università di Pisa ha attivato in Uzbekistan è il primo di un ateneo italiano all’estero a essere stato accreditato ufficialmente dall’ANVUR, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. L’esito positivo del percorso di valutazione, che riguarda anche la sede Unipi di Tashkent, capitale dell’Uzbekistan, è stato appena comunicato all’Ateneo e in particolare al suo Dipartimento di Scienze della Terra, che è stato promotore del progetto in collaborazione con la University of Geological Sciences del Paese asiatico.
Sono già cinquanta le studentesse e gli studenti iscritti, in massima parte uzbeki con alcuni da Russia, Kazakistan e Tagikistan, che hanno superato gli esami dell’anno propedeutico e che ora potranno immatricolarsi all’Università di Pisa. “Durante il primo anno di collaborazione e attraverso le attività formative che i nostri docenti hanno sostenuto a Tashkent - ha dichiarato il direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi - abbiamo avuto modo di testare la preparazione degli allievi, che è tecnicamente di buon livello con qualche carenza nell’uso della lingua inglese, e di apprezzare le potenzialità dell'assetto geologico uzbeko dal punto di vista sia didattico che scientifico, con possibilità ulteriori di sviluppare iniziative congiunte di ricerca”.
Il progetto di cooperazione internazionale è nato nel 2019 con i primi incontri fra i rappresentanti dell’Ateneo pisano e quelli del governo uzbeko, e si è concretizzato prima con la stipula di un Agreement nel luglio del 2022, poi con il successivo avvio dell’anno propedeutico riservato a una sessantina di studentesse e studenti. I profili culturali e professionali individuati devono soddisfare le richieste del mercato del lavoro uzbeko e di altre nazioni dell'Asia centrale, soprattutto nei campi della ricerca di georisorse energetiche e minerarie, ed essere dotati di competenze specifiche per collaborare efficacemente a progetti di protezione dai rischi geologici e ambientali. La formazione linguistica degli allievi, con lezioni tutte in inglese, è monitorata e supportata dal Centro Linguistico di Ateneo (CLI).
“Nel recente incontro con il presidente dell’Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev, in visita in Italia per essere ricevuto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – ha detto il rettore Riccardo Zucchi (nella foto di gruppo in basso) – ho colto grande interesse e apprezzamento per il progetto sviluppato con l’Università di Pisa, per l’importanza che viene data alla geologia nel processo di sviluppo del paese e, più in generale, per il rilievo che viene attribuito a un’istruzione universitaria di qualità”.
È stato assegnato ai team Hear Again e Fill the Gap il primo posto ex aequo del CyB+, il corso avanzato del Contamination Lab che mira a rafforzare il processo di costruzione, formazione e creazione di progetti d’impresa innovativi. Hear Again, composto da Anna Chiara Aiello (Unipi e leader del team), Giacomo Carfì e Sebastian Serra (Unipi) e da Dario Balboni (Scuola Normale Superiore), ha sviluppato un’applicazione mobile che, tramite il meccanismo di trascrizione vocale, consente alle persone ipoudenti di partecipare a conversazioni di piccoli gruppi. Fill the Gap, formato da Giuseppa Lonoce (Unipi e leader del team), Eliana Maraglino e Alessandro Tripodi (Unipi), ha realizzato una piattaforma mediante la quale è possibile mettere in contatto persone con disponibilità di tempo e anziani soli che si trovano in strutture specializzate e in abitazioni private. Ai due team sono andati un pacchetto di servizi Pay4growth Validation, fornito dal Contamination Lab in collaborazione con Grownnectia Srl, e un buono per la partecipazione con stand espositivo al Maker Faire di Roma.
La premiazione del team Hear Again con i professori Galletti e Cavicchi.
Al secondo e terzo posto si sono piazzati rispettivamente Pleenio e Feel-Ing. Pleenio è un prodotto di AgreenCrop srl, una start-up di progettazione di macchine agricole che mira a introdurre una nuova tipologia di macchine e un modello di business innovativo per il settore agricolo. Feel-Ing si propone di fornire un supporto per il monitoraggio dello stato psicofisiologico attraverso uso di dispositivi comodi e indossabili rendendosi utile a mitigare potenziali danni fisici e psicologici sul luogo di lavoro. Entrambi riceveranno un pacchetto di servizi Pay4growth Validation in collaborazione con Grownnectia Srl.
Al team AgreenCrop è andato il premio della CNA Pisa "CreaImpresa", che consiste in un pacchetto di servizi rivolto alle imprese in fase di start-up. A Fill the Gap è stato assegnato il premio “Start For Future” di duecentocinquanta euro per l’idea innovativa relativa ai temi di manufacturing, mobility, circular economy, food, health ed energy. Hear Again ha ricevuto il premio di mille euro, messo in palio dal Comitato Unico di Garanzia, per l’idea che ricerchi forme innovative di progettazione, produzione, distribuzione e fruizione della cultura di genere. Un riconoscimento è stato infine assegnato al team PET Busters dalla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA) che ha selezionato l’idea migliore orientata allo sviluppo dell’innovazione sociale.
La premiazione del team Fill the Gap con i professori Galletti e Cavicchi.
“Nell’edizione di quest’anno – ha commentato il professor Alessio Cavicchi, delegato per la Promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione e coordinatore del CLab – abbiamo dato continuità alle iniziative sviluppate dalla precedente governance, introducendo qualche novità, dal dialogo diretto con le imprese e in particolare con la CNA alla considerazione dell’innovazione in senso più inclusivo e rispondente alle esigenze del territorio. Inoltre, gli studenti hanno potuto partecipare alle attività di progetti europei come Start For Future e Circle U., ampliando l’orizzonte della loro formazione e la portata delle loro idee innovative, anche in termini di potenziali nuovi mercati”.
La premiazione del CyB+, la cui selezione è stata effettuata da una giuria presieduta dalla professoressa Chiara Galletti, delegata per le Relazioni industriali, si è tenuta giovedì 25 maggio al Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, nell’ambito di una giornata dal titolo "La co-creazione di innovazione tra università e territorio". I saluti introduttivi sono stati affidati al rettore Riccardo Zucchi e ai professori Alessio Cavicchi e Marcello Mele.
Subito dopo gli studenti dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri "Enrico Fermi” di Pontedera, vincitori del progetto di imprenditorialità "Fermi in Azione”, hanno illustrato il loro progetto LockerGo, una start-up che vuole risolvere il problema di coloro che acquistano on line, ma che non sono in casa al momento della consegna. “Siamo stati lieti di ospitare i docenti e un team di studenti dell’Istituto Fermi di Pontedera – ha detto il professor Cavicchi - perché la collaborazione con questa istituzione va avanti da diversi anni e l’iniziativa ‘Fermi in Azione’ rappresenta un percorso, organizzato in maniera professionale e rigorosa, che avvia gli studenti ad affrontare con entusiasmo il tema dell’imprenditorialità nell’Ateneo pisano”.
Dopo la presentazione dei team finalisti, si è svolta una tavola rotonda dal titolo "Sostenibilità, inclusione, formazione permanente e orientamento come driver per la co-creazione di innovazione", che ha visto la partecipazione di diversi tra prorettori e delegati dell’Ateneo con alcuni ospiti esterni, e la premiazione finale che è stata introdotta dal prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone.
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L’Università di Pisa apre le sue porte alle studentesse e agli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado con l’iniziativa “Unipi Orienta”, che si terrà per l’intera giornata di sabato 27 maggio al Polo Fibonacci. A partire dalle ore 9 i ragazzi potranno ricevere informazioni sui corsi di laurea, sui servizi e sulle opportunità riservate agli studenti dell’ateneo, partecipando alle presentazioni dei venti dipartimenti e a workshop, lezioni e laboratori tematici in aula. Potranno anche confrontarsi con i tutor presenti negli specifici spazi del Polo, che saranno a loro disposizione per rispondere alle richieste, illustrare l’offerta formativa e i servizi dell’ateneo e offrire la propria testimonianza sull’esperienza all’interno di Unipi.
Alle ore 10 è in programma il seminario “Orientamento e accoglienza: per una strategia fra scuole e Università di Pisa”, tenuto dalla delegata per le Attività di orientamento, Laura Elisa Marcucci, e dal delegato per l’Inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA, Luca Fanucci, e dedicato in particolare ai docenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Al termine della giornata, alle ore 18, studentesse e studenti e tutti gli interessati potranno gustarsi un aperitivo e dialogare con il velocista massese Samuele Ceccarelli, studente di Giurisprudenza all’Università di Pisa e recente campione europeo sui 60 metri indoor a Istanbul, dove ha battuto anche il campione olimpico Marcell Jacobs. All’incontro, che ha come titolo “Tra studio e sport...aperitivo con gli atleti Unipi”, parteciperanno atleti iscritti all’Ateneo pisano.
Al Polo Fibonacci i ragazzi riceveranno un pocket lunch e potranno ritirare un attestato di partecipazione e un gadget dell’Ateneo.
Maggiori informazioni e il programma della giornata sono disponibili al link: https://orientamento.unipi.it/
L’Università di Pisa, attraverso il suo Dipartimento di Scienze della Terra, sbarca in Uzbekistan con un progetto di cooperazione internazionale che nel suo genere è il primo in Italia. L’Ateneo pisano ha infatti attivato una sede a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan, e in collaborazione con la University of Geological Sciences del Paese asiatico sta costruendo un corso di laurea triennale in Geologia, con 60 studentesse e studenti iscritti che stanno già frequentando l’anno propedeutico in vista della prossima immatricolazione a Unipi. Ulteriori sviluppi didattici sono in via di definizione, con la progettazione di un curriculum dedicato alla Geologia ambientale e di un corso di laurea magistrale congiunto in Scienze e tecnologie geologiche, che porterà a un titolo di studio valido sia in Italia che in Uzbekistan. Si stanno anche delineando linee di ricerca congiunte.
La nuova sede è stata presentata nell’Aula Magna Nuova della Sapienza, mercoledì 17 maggio, con gli interventi introduttivi, in presenza o via streaming, del rettore Riccardo Zucchi, del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alberto Barachini, del rappresentante del Ministero Affari esteri e cooperazione internazionale, Alessandro De Pedys, dell’ambasciatore italiano in Uzbekistan, Agostino Pinna, del viceministro dell’Industria mineraria e Geologia della Repubblica dell’Uzbekistan, Azam Kadirkhodjaev.
Il progetto è stato quindi illustrato dal prorettore alla Cooperazione e alle relazioni internazionali, Giovanni Federico Gronchi, dal coordinatore del Comitato di gestione, Francesco Marcelloni, dal manager operativo, Numonbek Dalimov, e da una studentessa e uno studente del Preparatory Year del Branch UniPi a Tashkent. La chiusura è stata affidata al direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi.
Nella foto, da sinistra: Pandolfi, Dalimov, Zucchi, Gronchi e Marcelloni.
Dopo i primi incontri del 2019 fra i rappresentanti dell’Ateneo e quelli del governo uzbeko, il progetto si è concretizzato con la stipula di un Agreement nel luglio del 2022 e con il successivo avvio dell’anno propedeutico riservato a 60 studentesse e studenti. I profili culturali e professionali individuati devono soddisfare le richieste del mercato del lavoro uzbeko e di altre nazioni dell'Asia centrale, soprattutto nei campi della ricerca di georisorse energetiche e minerarie, ed essere dotati di competenze specifiche per collaborare efficacemente a progetti di protezione dai rischi geologici e ambientali. La formazione linguistica degli allievi, con lezioni tutte in inglese, è curata dal Centro Linguistico di Ateneo (CLI).
La sede fa parte del campus della University of Geological Sciences, è costituita da un edificio di cinque piani ed è dotata di due aule da 60 posti, alcune aule da 25 posti, laboratori informatici, di microscopia, di fisica e di chimica (in corso di allestimento), così come di uffici amministrativi. Nei prossimi mesi sarà allestita un'aula da 100 posti, mentre sono già presenti un auditorium e una grande sala conferenze.
Una lezione nella sede di Tashkent.
“La collaborazione tra Università di Pisa e Università dell’Uzbekistan – ha dichiarato il rettore Riccardo Zucchi - mira a promuovere l’internazionalizzazione verso uno dei principali paesi dell’Asia centrale, prima appartenente all’Unione Sovietica e oggi cuore di un’area geopolitica di interesse emergente e strategico per l’Italia e l’Unione Europea. In questo contesto, la mission dell'Ateneo è quella di promuovere la ricerca scientifica e la formazione degli studenti coniugando attività mineraria con sostenibilità ambientale”.
La sede Unipi a Tashkent.
“In Uzbekistan – ha concluso il direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi - la Geologia è riconosciuta come scienza fondamentale per lo sviluppo del paese, in particolare per il reperimento di risorse naturali, tra cui i metalli critici necessari per la transizione ecologica. L'Università di Pisa ha raccolto questo interesse in quanto i progressi nella transizione ecologica non possono prescindere dall'utilizzo dei geomateriali, necessariamente derivanti dall'estrazione mineraria e questa non può più prescindere dalla tutela dell'ambiente naturale. Già negli scorsi mesi, abbiamo avuto modo di apprezzare le potenzialità dell'assetto geologico dell'area dal punto di vista didattico e scientifico, con ampie possibilità di avanzamento delle ricerche”.
Primi italiani e quarti europei, i professori Paolo Ferragina e Giovanni Manzini dell’Università di Pisa hanno ricevuto il “Paris Kanellakis Theory and Practice Award”, il premio internazionale istituito nel 1996 che è considerato per rilievo nel campo dell’informatica secondo solo al Premio Turing, di fatto il Nobel della disciplina. Il prestigioso riconoscimento, assegnato ogni anno dall'Association for Computing Machinery (ACM), viene attribuito per "specifici risultati teorici che hanno avuto un impatto significativo e dimostrabile sulla pratica dell'informatica”. Tra i passati vincitori ci sono gli inventori della crittografia a chiave pubblica, dei codici a correzione di errore usati per le trasmissioni video, e degli algoritmi per il sequenziamento del DNA. I professori Ferragina e Manzini sono stati premiati per l’invenzione dell’FM-index, con risultati scientifici che hanno rivoluzionato la compressione dati e le applicazioni dell’informatica alla genomica.
Oltre ai due docenti del Dipartimento di Informatica, il premio è stato assegnato anche a Michael Burrows, ricercatore inglese che lavora a Google.
Nel 1994 Michael Burrows e David Wheeler (scomparso nel 2004) hanno pubblicato un articolo che descriveva un rivoluzionario algoritmo di compressione dati basato su una trasformata reversibile dell'input. Questa trasformata, in seguito chiamata "Burrows-Wheeler Transform", è stata utilizzata, per esempio, come elemento fondante del compressore bzip2, oggi parte di tutte le distribuzioni Linux. Nel 2000 Paolo Ferragina e Giovanni Manzini hanno esteso il risultato di Burrows e Wheeler con nuove tecniche algoritmiche, mostrando come costruire un “indice compresso”, in seguito chiamato FM-index dalle iniziali dei due ricercatori, che supportava ricerche veloci nel testo usando uno spazio asintoticamente uguale a quello dei migliori compressori noti. Fino ad allora si riteneva impossibile non incorrere in una significativa penalità in spazio per ottenere ricerche veloci: l'FM-index ha smentito questa congettura aprendo la nuova area di ricerca nota con il nome di Strutture Dati Compresse. Oltre alla sua importanza teorica, la semplicità e l'efficacia dell’FM-index lo hanno reso una scelta molto diffusa per la realizzazione di strumenti software che lavorano su Big Data, con rivoluzionarie applicazioni nella genomica, come i tool BowTie e BWA che sono oggi gli strumenti più usati per l’allineamento di sequenze di DNA.
“Faccio i complimenti miei e dell’Università di Pisa ai professori Ferragina e Manzini – ha commentato il rettore Riccardo Zucchi – che con le loro ricerche contribuiscono al progresso della scienza, con un impatto diretto e concreto sulla crescita della società. Questo premio ha radici profonde, che derivano dalla grande tradizione e dai primati che l’Ateneo e Pisa vantano nell’informatica, a partire dalla Calcolatrice Elettronica Pisana (la CEP) di metà anni Cinquanta del secolo scorso, dal primo corso di laurea italiano in Informatica e dal primo collegamento alla rete Internet in Italia. Anche oggi il settore informatico pisano conferma di saper raccogliere e rilanciare le sfide del futuro, con un un prestigio che ci viene riconosciuto in tutto il mondo, grazie alla capacità di abbinare una ricerca di avanguardia con una didattica di qualità ai vari livelli della formazione, dalla laurea triennale al dottorato di ricerca”.
“Il premio – ha detto il professor Giovanni Manzini (nella foto in basso) - è un riconoscimento agli studi nei settori della compressione dati e dei motori di ricerca, sui quali la comunità italiana è sempre stata all’avanguardia e ha espresso negli anni risultati scientifici molto apprezzati a livello internazionale. Questa tradizione ha ispirato e nutrito le nostre ricerche di inizio anni 2000 e tutta la nostra attività di ricerca successiva”.
“Il premio – ha aggiunto il professor Paolo Ferragina (nella foto in alto) - è frutto di una ricerca che è nata ed è stata condotta in Italia, in un ambiente fertile di iniziative e collaborazioni, quale il nostro Dipartimento di Informatica. Speriamo che questo riconoscimento sia di stimolo per i giovani ricercatori e per le future generazioni di studenti che sceglieranno Pisa per i loro studi informatici”.
Paolo Ferragina e Giovanni Manzini sono ordinari di Algoritmi al Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa.
Il professor Ferragina ha conseguito la laurea in Scienze dell’Informazione nel 1992 e il dottorato di ricerca in Informatica nel 1996 nell’Ateneo pisano. Nel biennio 1997-98 è stato post-doc al Max Planck Institut fur Informatik in Germania. Dal 2007 è professore ordinario all'Università di Pisa, ricoprendo anche vari ruoli istituzionali: prorettore per la Ricerca applicata e l’Innovazione, direttore del dottorato regionale di ricerca in Informatica, prorettore per l’Informatica. Nel 2019 è stato insignito dell'Ordine del Cherubino dall’Ateneo pisano.
Il professor Manzini ha conseguito la laurea in Matematica all’Ateneo pisano e il diploma della Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1988. Nel 1995 ha ottenuto il diploma di perfezionamento in Matematica alla Scuola Normale Superiore. Successivamente ha insegnato all'Università di Torino e all’Università del Piemonte Orientale. È professore ordinario dal 2006, e docente dell'Università di Pisa dal 2021.
Nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, a Firenze, venerdì 14 aprile si è svolta la cerimonia di Inaugurazione del 270° anno accademico dell'Accademia dei Georgofili.
Dopo il saluto delle autorità e la relazione del Presidente, il professor Amedeo Alpi, vice presidente dell’Accademia dei Georgofili e presidente della Sezione Centro – Ovest, ha tenuto una prolusione dal titolo “Agricoltura, scienza, innovazioni e comunicazione”.
Nel corso della cerimonia sono stati consegnati i diplomi ai nuovi Accademici Onorari, Emeriti e Ordinari e il riconoscimento al “Merito Georgofilo” e il “Premio Antico Fattore”.
"Si parla e si scrive spesso di agricoltura nel nostro paese e in modi anche molto variegati, finalizzando l'attività nei campi agli obiettivi più diversi, spesso alla gastronomia, talvolta al paesaggio, oppure alle tradizioni locali o al ruolo multifunzionale utile a garantire la sopravvivenza socio-economica di aree rurali ormai spopolate e in crisi. È questa l'agricoltura? Certamente si.
Tuttavia non sarà sfuggito a molte persone, soprattutto con un bagaglio formativo specifico, che questa "narrazione" risulti parziale o, addirittura, manchi di considerazioni globali indispensabili. Pertanto, in questa sede potremmo tentare di colmare la lacuna? Il programma è molto ambizioso, ma possiamo provarci, cominciando da alcuni dati statistici che servono da riferimento insostituibile"
Amedeo Alpi, già docente e preside della Facoltà di Agraria dell'Università di Pisa, è stato insignito nel 2004 con l'Ordine del Cherubino
Leggi il testo intergrale della prolusione
Sono 26 le iniziative di orientamento che l’Università di Pisa, attraverso i suoi dipartimenti, dedica alle studentesse e agli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori dell’intera Toscana, e anche oltre, da lunedì 3 a venerdì 14 aprile. “L’obiettivo degli Open Days 2023 – spiega la professoressa Laura Elisa Marcucci, delegata per le attività di orientamento – è di accompagnare le ragazze e i ragazzi verso una scelta consapevole e ragionata del percorso universitario, aiutandoli a guardare alla laurea con ‘la giusta prospettiva’, come ricorda la campagna promozionale, quella di un futuro in cui il talento di ognuno deve riuscire a trovare la strada per emergere”.
Durante la giornata di lunedì 3 saranno protagonisti i Dipartimenti di Biologia, di Civiltà e Forme del Sapere e di Matematica, mentre nei giorni successivi si attiveranno gli altri 17 dipartimenti che presenteranno i 59 corsi di laurea triennale, i 9 corsi di laurea a ciclo unico e i 72 corsi di laurea magistrale che compongono l’offerta formativa dell’Ateneo pisano. Docenti e studenti tutor accoglieranno gli interessati nelle rispettive sedi dipartimentali per un primo contatto “fisico” con la realtà universitaria, per fornire loro i dettagli dell’offerta didattica e per far conoscere i tanti servizi e le opportunità che l'Ateneo mette a disposizione sul fronte del welfare universitario. In questo ambito si va dalle vaste possibilità di borse di studio e alloggi a una no tax area fra le più ampie in Italia, dall’assistenza sanitaria estesa anche ai fuori sede alle convenzioni sui trasporti, dall’attenzione per gli studenti con disabilità e disturbi specifici dell'apprendimento ai servizi di ascolto e consulenza anche psicologica e agli sportelli antiviolenza e contro ogni forma di discriminazione.
Per partecipare agli Open Days è necessario prenotarsi attraverso il portale: https://prenotazione-eventi.unipi.it/, mentre informazioni dettagliate e il calendario degli appuntamenti sono sul sito: https://orientamento.unipi.it/open-days-2023/.
“L’Università di Pisa – conclude il rettore Riccardo Zucchi – vanta una tradizione di eccellenza sia nel campo della ricerca che in quello della formazione, e guarda al futuro sviluppando progetti di didattica innovativa, corsi interdisciplinari e lauree congiunte con altre istituzioni europee ed extraeuropee. Due sono gli obiettivi che l’Ateneo si pone nel rapporto con i suoi studenti, presenti e futuri: cercare di non lasciare indietro nessuno e riuscire a valorizzare il talento di cui ognuno è dotato”.
"Un canale di potassio attivato dalla luce per l’inibizione neuronale”. Questo è lo studio che ha vinto l’Ottava Edizione del Premio Aspen Institute Italia per la collaborazione e la ricerca scientifica tra Italia e Stati Uniti. Il lavoro è frutto della collaborazione tra il laboratorio di Biofisica dei canali ionici del Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano guidato da Anna Moroni, che ha costruito la nuova proteina, BLINK2 e il laboratorio di Neuromodulation of Cortical and Subcortical Circuits, guidato da Raffaella Tonini dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, che ne ha dimostrato la funzionalità sull’attività neuronale, in collaborazione con Columbia University a New York e University of Arizona a Tucson e altre organizzazioni scientifiche.
Il lavoro del laboratorio di Anna Moroni - nell’ambito del prestigioso finanziamento “noMAGIC” ricevuto dall’European Research Council (ERC-Advanced grant) - mira a costruire proteine sintetiche attivabili a distanza mediante stimoli fisici, quali la luce, gli ultrasuoni e i campi magnetici e nel 2015 aveva ottenuto la proteina BLINK1 nata dalla combinazione di un canale ionico di origine virale con una proteina fotorecettore proveniente dalle piante. Questi stimoli hanno il vantaggio di penetrare in profondità nei tessuti e possono pertanto essere utilizzati per controllare le proteine in remoto, in modo cioè non invasivo per l’organismo. Tali proteine trovano applicazione in vari settori della ricerca - in particolare le neuroscienze - in quanto permettono di controllare l’attività delle cellule in modo reversibile e con una elevata risoluzione temporale.
Nello studio, pubblicato sulla rivista Nature Methods, viene sperimentata con successo l’efficacia di una nuova proteina sintetica che, attivata dalla luce blu, è in grado di alleviare il dolore neuropatico. Dato che in natura si trovano principalmente proteine in grado di attivare i neuroni, la messa a punto di proteine sintetiche a effetto inibitorio è un obiettivo di fondamentale importanza per trattare patologie legate all’ipereccitabilità dei neuroni, come il dolore cronico neuropatico, ad oggi difficilmente curabile. Una dimostrazione inclusa nella pubblicazione, conseguita nel laboratorio di Rajesh Khanna (University of Arizona a Tucson), è l'attivazione del canale BLINK2 in un modello di ratto di dolore neuropatico, con conseguente risultato di prolungata riduzione del dolore. Le ripercussioni di questo lavoro potranno portare a nuove terapie neurologiche.
Lo studio è stato realizzato dalla collaborazione fra ventotto scienziati delle seguenti università e organizzazioni scientifiche: Università degli Studi di Milano; Istituto Italiano di Tecnologia; Columbia University, New York; University of Arizona, Tucson; Consiglio Nazionale delle Ricerche, Milano); Università di Firenze; Università di Pisa; Institut Curie, Parigi; Technische Universität di Darmstadt.
Al progetto hanno collaborato il professor Massimo Pasqualetti e la dottoressa Noemi Barsotti, del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. da anni impegnati nello studio della formazione dei circuiti neurali potenzialmente coinvolti, qualora alterati, nei disturbi del neurosviluppo. “Con la messa a punto di questa nuova proteina capace di inibire l’attività neuronale – ha dichiarato il professor Pasqualetti - avremo a disposizione uno strumento straordinario che consentirà di comprendere più a fondo la funzione delle diverse tipologie di neuroni presenti nel nostro cervello". “Grazie alla possibilità di silenziare da remoto in maniera altamente selettiva l’attività di precise popolazioni neuronali – ha continuato la dottoressa Barsotti - saremo in grado di studiarne il ruolo nel controllo di specifiche attività comportamentali sia in condizioni fisiologiche che di patologia”.
Il Premio Aspen
Il Premio Aspen Institute Italia per la collaborazione e la ricerca scientifica tra Italia e Stati Uniti è stato istituito nel dicembre 2015 nel quadro del costante impegno dell’Istituto per l’internazionalizzazione della leadership e per le relazioni transatlantiche. Il riconoscimento viene assegnato ogni anno a una ricerca nell’ambito delle scienze naturali, teoriche o applicate, frutto della collaborazione tra scienziati e/o organizzazioni di ricerca dell’Italia e degli Stati Uniti. Il Premio consolida l’impegno dell’Istituto nei confronti dell’organizzazione di iniziative e incontri di approfondimento su temi connessi alla cultura scientifica e all’innovazione tecnologica, con particolare riferimento alla loro rilevanza per l’Italia.
La Giuria presieduta dall’On. Prof. Giulio Tremonti, Presidente di Aspen Institute Italia, è composta da:
- Cristina M. Alberini, Center for Neural Science, New York University, New York
- Alessandra Buonanno, Director, Max Planck Institute for Gravitational Physics - Albert Einstein Institute, Potsdam
- Domenico Giardini, Chair of Seismology and Geodynamics, ETH, Zurigo
- Luciano Maiani, Professore Emerito di Fisica Teorica, Sapienza Università di Roma
- Giovanni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute, Roma
- Lucio Stanca, Vice Presidente, Aspen Institute Italia, Roma
Ulteriori informazioni sul Premio sono disponibili su www.aspeninstitute.it